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Il decreto milleproproghe e’ legge. Approvato dal Senato senza modifiche del testo

E’ notizia di pochi minuti fa che il decreto Milleproroghe è stato approvato al Senato con 151 voti favorevoli, 93 contrari e 2 astenuti. Il provvedimento, convertito dal Senato dopo il passaggio alla Camera, ha ottenuto l’ok definitivo.

A questo punto è ufficiale: i risparmiatori vittime delle crisi bancarie che hanno ottenuto – o otterranno prossimamente – una decisione favorevole dall’ACF istituito presso la Consob, potranno chiedere a quest’ultima di erogare in tempi brevi un rimborso pari al 30% e con il limite massimo di 100 mila euro dell’importo liquidato.

Le modalità per presentare la richiesta saranno stabilite dalla Consob entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della norma e verranno pubblicate sul sito Internet dell’Autorità.

Pertanto, Vi invitiamo a prendere contatti con lo Studio a stretto giro al fine di predisporre la necessaria documentazione e le istanze.

Cordiali saluti.

Avv. Romina Zanvettor

Avv. Alessandra Tagliapietra

 

Il decreto milleproproghe e’ legge. Approvato dal Senato senza modifiche del testo

RZLEX assiste i consumatori contro le grandi compagnie di servizi

Sempre più frequentemente i clienti di compagnie telefoniche e aeree, di gestori di abbonamenti di TV satellitari o gli acquirenti di beni che hanno utilizzato siti di e-commerce, lamentandosi per i gravissimi inadempimenti contrattuali, clausole contrattuali dal contenuto vessatorio, pratiche commerciali scorrette e i disservizi posti in essere da queste società nazionali e internazionali, si rivolgono allo Studio Legale RZLEX, al fine di farsi assistere stragiudizialmente e giudizialmente nella tutela delle proprie ragioni.

Ebbene, con piena soddisfazione, lo Studio Legale sta chiudendo positivamente le controversie insorte tra i propri clienti e le predette Società.

Cosa fare se si è stati vittime di una truffa contrattuale, se si ha subito un danno o un disservizio o se la Compagnia non adempie ai propri obblighi contrattuali?

Anzitutto il cliente-consumatore http://www.codicedelconsumo.it/ deve preliminarmente inoltrare una diffida e messa in mora, con la quale contestare l’operato della Società, che ha agito in totale spregio delle norme previste dal Codice del Consumo, eventualmente richiedendo la risoluzione del contratto senza il pagamento di penali o la restituzione delle somme indebitamente prelevate, nonché il risarcimento per i danni subiti.

Qualora la controversia non venga risolta già in questa fase, è possibile procedere alla segnalazione del gestore dei servizi tv e della Compagnia telefonica presso Agcom (l’Autorità garante per le comunicazioni) https://www.agcom.it/ che, eventualmente, è competente anche a risolvere le controversie tra operatori e utenti.

Se, nonostante i tentativi esperiti sopra, tra le parti non vi siano i margini per raggiungere una soluzione bonaria della vertenza, il cliente può radicare una causa civile e citare la Società, per vedere riconosciuti i propri diritti.

Lo Studio Legale sta, altresì, raccogliendo adesioni per poter promuovere una class action nei confronti di alcune di queste Compagnie, che hanno creato disservizi diffusi tra molti clienti e avviando il procedimento giudiziale previsto dall’art. 140 bis del Codice del Consumo per tutelare in via aggregata i diritti vantati da più consumatori o utenti nei confronti di un medesimo soggetto.

Pertanto, invitiamo i consumatori o utenti truffati o danneggiati a prendere contatti con lo Studio.

Cordiali saluti.

Avv. Romina Zanvettor

Avv. Alessandra Tagliapietra

 

RZLEX assiste i consumatori contro le grandi compagnie di servizi

Emendamento milleproroghe: previsto un rimborso “sprint” dalla Consob

E’ di qualche giorno fa la notizia che è stato depositato un emendamento al decreto Milleproroghe approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, che ora dovrà passare per il voto definitivo a Montecitorio.

Se dovesse arrivare il beneplacito, i risparmiatori traditi che hanno ottenuto o otterranno una pronuncia favorevole adottata dall’Arbitro per le controversie finanziarie (ACF) sui ricorsi presentati, potranno vedersi rimborsati direttamente dalla Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) “nella misura del 30% e con il limite massimo di 100mila euro”. Il ristoro sarà erogato in tempi rapidi.

L’istanza andrà presentata alla Consob “entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione” del decreto “al fine di ottenere tempestivamente l’erogazione”, come si legge nella proposta di modifica.

Trattasi, in sostanza, di una strada più veloce e alternativa rispetto all’accesso al Fondo da 25 milioni inserito dal governo Gentiloni nella legge di bilancio 2018, dal momento che i termini per la predisposizione del regolamento attuativo necessario a far partire il fondo, già spostati dal Senato al 31 ottobre, saranno prorogati ulteriormente al 31 gennaio dell’anno prossimo.

E’ comprensibile, quindi, perché vi sia particolare attesa in merito all’approvazione definitiva di tale emendamento sul rimborso veloce per i risparmiatori colpiti dalle crisi bancarie.

Lo Studio Legale vigilerà sugli ulteriori sviluppi, dei quali verrete tempestivamente aggiornati e, se vorrete, si attiverà per l’inoltro dell’istanza alla Consob.

Avv. Romina Zanvettor

Avv. Alessandra Tagliapietra

 

 

Emendamento milleproroghe: previsto un rimborso “sprint” dalla Consob

Decreto FER 1: decisivi passi in avanti verso l’approvazione

Dopo lo stallo verificatosi a seguito del “cambio di guardia” a Palazzo Chigi, l’iter del Decreto Rinnovabili “FER 1” ha ripreso il suo corso e l’approvazione definitiva non dovrebbe tardare a intervenire.

La bozza di Decreto circolata in questi giorni, ricollegabile alla volontà del nuovo Governo, non è dissimile da quella che aveva incontrato il favore del precedente esecutivo.

Tuttavia, alcune rilevanti novità sono state introdotte.

La principale è certamente rappresentata dal nuovo contingente di incentivi per impianti fotovoltaici in sostituzione di coperture di eternit, riservato a potenze inferiori a 1 MW.

Nel Decreto è stato precisato, altresì, che tale premio aggiuntivo non è cumulabile con altri incentivi pubblici aventi analoghe finalità.

Da ultimo, si segnala che nel registro per il “fotovoltaico in sostituzione di coperture in amianto” avranno accesso prioritario impianti realizzati, rispettivamente, su scuole, ospedali, altri edifici pubblici, altri edifici aperti al pubblico.

Ulteriore profilo caratterizzante la nuova versione del provvedimento è dato dal fatto che, sia alle procedure di registro che di asta, nel rispetto di alcune soglie di potenza individuate nel Decreto, potranno partecipare anche aggregati costituiti da più impianti.

Infine, nell’ottica di una futura diffusione dell’auto elettrica, in relazione alla procedura di registro, è stato introdotto un nuovo criterio di priorità nell’accesso.

Infatti, avranno la precedenza gli impianti connessi in parallelo con la rete elettrica e con colonnine di ricarica di auto elettriche, a condizione che la potenza complessiva di ricarica sia non inferiore al 30% della potenza dell’impianto e che ciascuna colonnina abbia una potenza non inferiore a 15 kW.

Il testo modificato, secondo quanto trapela da alcune fonti ministeriali, avrebbe già ottenuto il via libera del MATTM e, inoltre, entro la fine di settembre, dovrebbe essere diffuso al pubblico in vista di un incontro che il Ministero dello Sviluppo economico vorrebbe tenere con gli stakeholder.

La dilatazione delle tempistiche, chiaramente, determinerà lo slittamento in avanti delle date dei bandi, confermati nel numero di sette sia per i registri che per le aste; la prima tornata, infatti, non sarà a novembre 2018, come originariamente previsto, bensì, qualora si dovesse procedere senza intoppi, a fine gennaio 2019.

Avv. Romina Zanvettor

Avv. Marco De Nadai

 

Decreto FER 1: decisivi passi in avanti verso l’approvazione

La posa di pannelli fotovoltaici in aree paesaggisticamente vincolate: la più recente giurisprudenza amministrativa

La tecnologia del fotovoltaico, coerentemente con le normative internazionali e comunitarie che mirano a favorire lo sviluppo della produzione di “energia pulita”, sta diventando sempre più popolare nel nostro Paese e la sua diffusione è stimata in costante ascesa per almeno i prossimi vent’anni.

La giurisprudenza, in particolare amministrativa, ha dovuto quindi prendere atto di questo progresso tecnologico e, di conseguenza, dare risposta a una nuova serie di questioni giuridiche, interpretando vecchie normative alla luce del mutato contesto sociale.

Tale premessa, pertanto, ci dà il via per indagare sulla sensibilità dei giudici amministrativi in merito all’implementazione degli impianti fotovoltaici in aree sottoposte a vincolo paesaggistico; tematica, quest’ultima, recentemente tornata alla ribalta grazie alla sentenza n. 496 del 21 febbraio 2018 del TAR – Lombardia.

La pronuncia richiamata ha tratto origine dal ricorso, depositato da due proprietarie di un fabbricato collocato all’interno di un’area vincolata, avverso una serie di provvedimenti.

Tra i vari atti, in particolare, è stato impugnato anche quello con cui la Soprintendenza aveva negato alle ricorrenti, per ben due volte, la posa di pannelli fotovoltaici sulla tettoia del fabbricato in questione, motivando che “le opere se realizzate comporterebbero un’alterazione negativa dell’immagine consolidata del luogo, interferendo con la percezione delle aree, caratterizzate da valore paesaggistico”.

È necessario chiedersi, a questo punto, così come hanno obiettato anche le ricorrenti nell’ambito del processo de quo, se una tale giustificazione possa ritenersi sufficiente ed esaustiva ovvero se la Soprintendenza avrebbe dovuto esporre le ragioni di effettiva incompatibilità delle opere da realizzare (nel caso in esame la posa di alcuni pannelli fotovoltaici su tettoia) con gli specifici valori paesistici dei luoghi.

Ebbene, i Giudici del TAR – Lombardia hanno annullato l’impugnato provvedimento ricordando, in primo luogo, come la presenza di impianti fotovoltaici sulla sommità degli edifici – “pur innovando la tipologia e morfologia della copertura” – non è più percepita come fattore di disturbo visivo, bensì come un’evoluzione dello stile costruttivo accettata dall’ordinamento e dalla sensibilità collettiva.

Partendo da una tale premessa (in verità già affermata in precedenti sentenze dei giudici amministrativi), i magistrati del TAR hanno, in seconda battuta, enucleato il principio secondo cui il diniego motivato da esigenze di tutela paesaggistiche “non può fondarsi su affermazioni apodittiche, da cui non si evincano specifiche caratteristiche dei luoghi e del progetto”, ma deve, bensì, “verificare se la realizzazione del progetto comporti una compromissione dell’area protetta, accertando in concreto la compatibilità dell’intervento con il mantenimento e l’integrità dei valori dei luoghi”.

In altre parole, è stata completamente disattesa quella presunzione, spesso fatta propria dalle competenti Autorità, secondo cui l’apposizione di un impianto fotovoltaico in aree paesaggisticamente vincolate è, di per sé, in contrasto con i valori di tutela dell’estetica del paesaggio.

Una tale precisazione, lungi dall’essere meramente teorica, esplica importanti conseguenze anche in termini di ripartizione dell’onere della prova nel rapporto tra cittadini ed amministrazione.

Infatti, ricordato il venir meno della presunzione assoluta, nel caso di realizzazione di un impianto fotovoltaico in area soggetta a vincolo paesaggistico, non dovrà essere il privato a dimostrare che l’estetica del paesaggio non sarà pregiudicata dalla presenza dei moduli, ma, al contrario, tale onere incomberà sull’amministrazione, chiamata a provare l’esistenza di un reale ed effettivo contrasto tra le esigenze di tutela dei valori paesaggistici eventualmente protetti e le caratteristiche specifiche dell’impianto.

Avv. Romina Zanvettor

Avv. Marco De Nadai

La posa di pannelli fotovoltaici in aree paesaggisticamente vincolate: la più recente giurisprudenza amministrativa

Processo Penale Banca Popolare Di Vicenza: accolta l’istanza di Sequestro Conservativo per i Clienti dell’Avv. Romina Zanvettor

Segnaliamo che la corsa settimana il GIP Dott. Venditti del Tribunale di Vicenza, accogliendo la richiesta di sequestro conservativo formulata dalla legale, ha disposto il sequestro di “beni immobili, mobili, somme di denaro o cose dovute nei confronti di Andrea Piazzetta, Giuseppe Zigliotto e Giovanni Zonin” per un valore massimo di € 2.416.840,75.

Questa misura cautelare reale è stata richiesta per evitare la sottrazione o la dispersione delle garanzie reali da parte degli imputati, destinate al pagamento delle obbligazioni civili nascenti da reato e, quindi, del risarcimento del danno.

Gli effetti del provvedimento di sequestro ottenuto sono sostanzialmente i seguenti:

– anzitutto creare un vincolo di indisponibilità sulle cose mobili o immobili che saranno oggetto del sequestro, il tutto per evitare che, con il trascorrere del tempo, diminuiscano o si disperdano le garanzie patrimoniali che potranno permettere successivamente ai condannati di pagare le somme dovute a titolo di risarcimento del danno alle parti civili. In sostanza, con esso si impedirà agli imputati di compiere atti di disposizione sui beni, facendo venire meno la possibilità per di soddisfare il diritto dei risparmiatori traditi;

– i crediti risarcitori, avanzati con la costituzione di parte civile e per cui si è proceduto alla richiesta predetta, sono considerati privilegiati, rispetto a ogni altro credito non privilegiato di data anteriore e ai crediti sorti posteriormente (salvi, in ogni caso, i privilegi stabiliti a garanzia del pagamento dei tributi), così come disposto dall’art. 316, comma 4, c.p.p.;

– quando la sentenza che condanna gli imputati e il responsabile civile al risarcimento del danno in favore delle parti civili diverrà esecutiva, il sequestro conservativo si convertirà in pignoramento, ai sensi dell’art. 320, comma 1, c.p.p..

Lo Studio Vi terrà aggiornati sugli sviluppi.

Avv. Romina Zanvettor

Avv. Alessandra Tagliapietra

Processo Penale Banca Popolare Di Vicenza: accolta l’istanza di Sequestro Conservativo per i Clienti dell’Avv. Romina Zanvettor

Veneto Banca: dichiarato lo stato di insolvenza

Nella giornata di mercoledì, è finalmente giunta la notizia che molti “risparmiatori traditi” attendevano da giorni: il Tribunale fallimentare di Treviso ha, infatti, sciolto la riserva e dichiarato lo stato di insolvenza di Veneto Banca, oggi in l.c.a..

 

Secondo i Giudici Antonello Fabbro, Francesca Vortali e Petra Uliana, l’ex popolare montebellunese, già alla data del 25 giugno 2017, giorno della messa in liquidazione coatta amministrativa e del passaggio al gruppo Intesa SanPaolo, era insolvente (la notizia ha avuto ampia risonanza anche su  https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/27/veneto-banca-dichiarato-lo-stato-di-insolvenza-per-gli-ex-amministratori-indagati-si-allontana-la-prescrizione/4455868)

Tale provvedimento, rimescolando ancora una volta le carte dell’intera vicenda, apre a nuovi importanti scenari, potenzialmente favorevoli per tutti i risparmiatori che sono stati negativamente coinvolti dal crac di Veneto Banca.

La prima conseguenza non si è fatta attendere: infatti, il Procuratore Massimo De Bortoli, senza il minimo indugio, ha aperto un nuovo fascicolo, a carico di ignoti, per l’ipotesi di reato di bancarotta e, delle relative indagini, è stato incaricato il nucleo della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza.

Un nuovo filone di inchieste riguardanti Veneto Banca è, dunque, già stato attivato e pare, dalle indiscrezioni delle ultime ore, che, attualmente, al setaccio degli investigatori vi siano alcuni maxi finanziamenti che l’istituto di Montebelluna ha concesso negli anni, a clienti di riguardo.

Altra conseguenza di particolare rilievo è che la sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza dilata i tempi di una possibile prescrizione, posto che il reato di bancarotta, ovvero quello su cui è stata posta la lente d’ingrandimento, è la fattispecie che offre agli inquirenti tempi più lunghi per indagare e, di riflesso, agli ex soci, garanzie di giustizia.

Lo Studio Legale vigilerà sui futuri sviluppi del procedimento e, non appena vi saranno novità di rilievo per tutti i risparmiatori traditi, provvederà senza ritardo a informarVi.

Avv. Romina Zanvettor

Avv. Marco De Nadai

Veneto Banca: dichiarato lo stato di insolvenza

Veneto Banca: aperto un nuovo filone di indagini

Mentre tutti si attendevano che, ormai, prima dell’estate, nessuna novità sarebbe giunta sul versante “Veneto Banca”, la scorsa settimana si è diffusa una notizia che, invece, consente di ipotizzare nuovi possibili scenari.

Infatti, come riportato anche da “La Tribuna” (sul punto si rimanda al seguente link http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2018/06/20/news/dissesto-di-veneto-banca-la-procura-di-treviso-apre-una-nuova-indagine-1.16981858), la procura di Treviso, competente sul crac dell’ex popolare montebellunese da quando Roma le ha trasferito il relativo processo, ha aperto un nuovo fascicolo d’indagine sull’intervenuto crollo di Veneto Banca.

Dalle indiscrezioni trapelate, sembrerebbe che l’inchiesta, attualmente ancora a carico di ignoti, farebbe seguito a numerose denunce di ex soci e mirerebbe ad aprire una lente di ingrandimento sull’attività di certificazione dei bilanci svolta, per conto dell’ex popolare veneta, dalla società di revisione PricewaterhouseCoopers spa (Pwc).

I magistrati trevigiani, in particolare, vorrebbero chiarire se vi siano stati episodi di certificazioni non veritiere sull’effettivo stato di salute di Veneto Banca (in parole semplici, si vorrebbe appurare se qualcuno abbia manipolato i numeri di bilancio per nascondere la reale situazione finanziaria dell’istituto di credito) e, per tale motivo, stanno indagando per il reato di falso in revisione.

Lo Studio Legale terrà monitorata la vicenda e, non appena dovessero emergere elementi più concreti in merito ad un’eventuale responsabilità di Pwc (o di altri soggetti), provvederà ad informarVi senza ritardo.

Avv. Romina Zanvettor

Avv. Marco De Nadai

Veneto Banca: aperto un nuovo filone di indagini

Banca Popolare di Vicenza: processo sospeso fino a settembre

Lo scorso sabato, presso il Tribunale di Vicenza, si è svolta l’ennesima udienza della vicenda giudiziaria riguardante il crac dell’ex popolare vicentina.

Agli avvocati presenti in aula, il G.U.P. Dott. Roberto Venditti ha dato lettura di un’ordinanza, con cui è stata disposta la sospensione del processo fino al prossimo 29 settembre.

Si è già ricordato, infatti, che, nelle scorse settimane, i legali di alcuni imputati avevano chiesto lo spostamento dell’iter giudiziario da Vicenza a Trento, a causa di una serie di circostanze (tra cui, per esempio, il prorompente clamore mediatico rivestito dalla vicenda) che, a detta delle difese, priverebbero l’intero ufficio giudiziario vicentino della necessaria serenità di giudizio.

Ebbene, su tale istanza, è la Corte di Cassazione a doversi pronunciare ed è, altresì, notizia della scorsa settimana che la questione, assegnata alla V sezione, dovrebbe essere decisa intorno alla seconda decade di settembre (la discussione è, infatti, stata fissata per il 14 settembre, come riportato anche da https://www.ilgazzettino.it/vicenza_bassano/crack_popolare_vicenza_udienza_congelata-3801349.html).

Nell’attesa, dunque, che i Supremi Magistrati facciano definitiva chiarezza sul punto, il G.U.P non ha potuto fare altro che applicare il codice di procedura penale e, di conseguenza, disporre il “congelamento” del giudizio, attualmente ancora in fase di udienza preliminare.

Fortunatamente, questa dilatazione delle tempistiche non avrà particolari risvolti negativi per i risparmiatori traditi, posto che, in questo arco temporale, i termini di prescrizione rimarranno sospesi nei confronti di tutti gli imputati.

Lo Studio Legale Vi aggiornerà prontamente sui futuri sviluppi della vicenda che, presumibilmente, dovrebbero giungere dopo l’estate.

Avv. Romina Zanvettor

Avv. Marco De Nadai

Banca Popolare di Vicenza: processo sospeso fino a settembre

Banca Popolare di Vicenza: autorizzata la chiamata in causa di SGA

Qualcosa si sta muovendo nelle cause civili relative al risarcimento dei danni in favore degli azionisti di Banca Popolare di Vicenza.

E’ di qualche giorno fa il primo provvedimento di un Giudice del Tribunale di Venezia – Sez. delle Imprese – che ha autorizzato la chiamata di SGA S.p.A. (Società per la Gestione di Attività), società a cui i Commissari Liquidatori di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, in data 11 aprile 2018, http://www.sgaspa.it/wp-content/uploads/2018/04/Comunicato-stampa-del-11.04.2018-SGA-CS-contratto-acq-crediti-DEF.pdf  hanno ceduto i crediti classificati deteriorati.

La pronuncia in oggetto è relativa a un contenzioso insorto tra un risparmiatore e Banca Popolare di Vicenza per operazioni di acquisto titoli di emissione dello stesso Istituto di credito, cui era collegato un finanziamento.

A seguito della messa in liquidazione coatta amministrativa della Banca, il processo è stato interrotto e, successivamente, riassunto nei confronti anche di Banca Intesa SanPaolo S.p.A., in virtù dei precedenti pronunciamenti del GUP di Roma e del Tribunale di Vicenza, che hanno ritenuto la stessa cessionaria responsabile nei confronti di terzi e per tutti i debiti pregressi.

Nelle more dell’udienza di comparizione, fissata per il 6 giugno u.s., però, è arrivata all’investitore anche la prima lettera da parte di SGA S.p.A., con cui la società ha chiesto il rientro dall’esposizione debitoria.

A quel punto, i difensori dell’attore, in udienza, hanno domandato al Giudice la chiamata in causa anche di SGA, istanza che è stata accolta dal Tribunale.

Attualmente, dunque, nel procedimento citato, oltre alla Banca originaria, il contraddittorio è esteso anche a Intesa SanPaolo e SGA.

Per conoscere gli sviluppi dovremo aspettare il 21 novembre p.v., data della prossima udienza, in cui anche la terza chiamata comparirà avanti il Giudice, ma certamente questa decisione dà speranza a tutti i risparmiatori “traditi”.

Avv. Romina Zanvettor

Avv. Alessandra Tagliapietra

Banca Popolare di Vicenza: autorizzata la chiamata in causa di SGA